Ludovica Decimo – Professoressa associata di Diritto canonico e Diritto ecclesiastico, Università degli Studi di Sassari

SOMMARIO

1. Il patrimonio della Chiesa cattolica tra diritto canonico e diritto civile.
2. La tutela e promozione delle finalità dei beni temporali della Chiesa cattolica.
3. Paupertà, carità e scopi pubblici nelle attività delle persone giuridiche canoniche.
4. La ‘buona gestione’ del patrimonio canonico.
5. Alcune riflessioni conclusive.


Il Libro V del Codex Iuris Canonici ‘I beni temporali della Chiesa’ non ha subito dalla sua promulgazione riforme di carattere sostanziale. Sono stati invece numerosi gli interventi extra-codiciali, che dal 1983 ad oggi, hanno contribuito a costruire un nuovo orizzonte interpretativo del Codice e, dunque, a tracciare una nuova ‘anima’ del diritto patrimoniale canonico.
I beni temporali sono strumentali alle attività istituzionali della Chiesa cattolica. Servono cioè a sostenere e promuovere tutte le sue missioni. La gestione delle risorse finanziarie deve pertanto uniformarsi al principio teleologico e ai criteri di trasparenza, in ossequio alla visione pauperistica posta dal pontificato di Francesco.
Il diritto canonico, nell’ambito patrimoniale, è inoltre direttamente connesso all’ordinamento secolare. Si tratta di un efficace pragmatismo giuridico, in quanto i beni temporali sono legati inevitabilmente alle regole del diritto civile. Il diritto canonico si occupa della loro gestione interna, ma non può incidere sulla qualificazione giuridica che questi assumono rispetto ai terzi che è regolata dall’ordinamento civilistico.
In questo rinnovato quadro normativo si devono reinterpretare le norme del Codex Iuris Canonici e, in particolare, quelle del Libro V, ridando così nuova vis alle regole di amministrazione del patrimonio ecclesiastico.

Parole chiave: beni temporali della Chiesa cattolica, diritto patrimoniale canonico, principio di trasparenza, amministrazione del patrimonio ecclesiastico.


The Liber V of the Codex Iuris Canonici «The temporal goods of the Church» has not undergone any substantial reforms since its promulgation. Instead, there have been numerous extra-codicial interventions, which from 1983 to today have contributed to building a new interpretative horizon of the Code and, therefore, to tracing also a new ‘soul’ of canonical patrimonial law. Temporal goods are instrumental to the institutional activities of the Catholic Church. That is, they serve to support and promote all its missions. The management of financial resources must therefore conform to the teleological principle and the criteria of transparency, in compliance with the pauperistic vision posed by the pontificate of Francis.
Canon law, in the patrimonial context, is also directly connected to the secular system. This is an effective legal pragmatism, as temporal goods are inevitably linked to the rules of civil law. Canon law deals with their internal management but cannot affect the legal qualification that they assume with respect to third parties which is regulated by civil law.
In this renewed regulatory framework, the rules of the Codex Iuris Canonici and those of Liber V must be reinterpreted, thus giving a new face to the rules of administration of ecclesiastical assets.

Key words: temporal goods of the Catholic Church, canonical patrimonial law, principle of transparency, administration of ecclesiastical assets.

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