Giuseppina De Giudici – Professoressa associata di Storia del diritto medievale e moderno, Università degli Studi di Cagliari

SOMMARIO

1. Comprare l’amicizia con il Levante? Il progetto del capitano Porcile.
2. L’ostinata ricerca della pace: la regìa del viceré Lascaris.
3. La Sardegna tra le potenze di «prim’ordine». Lo scetticismo torinese.
4. L’utilità e l’opportunità. Le ragioni economiche e politiche, interne ed esterne.
5. Parola d’ordine: «liberare il mare dalle catene». Domenico Alberto Azuni, il diritto delle genti e la soggettività dei barbareschi.


Scongiurare i pericoli provenienti dal mare attraverso la stipulazione di accordi di pace con Algeri, Tunisi e Tripoli fu un obiettivo accarezzato più volte dalla Casa sabauda, interessata a trarre profitto dalla fortunata posizione geografica della Sardegna. Tuttavia la questione divenne oggetto di una lunga e accurata analisi, ricostruibile attraverso la corposa documentazione conservata negli Archivi di Stato di Cagliari e di Torino, solo nel 1777. La formalizzazione degli accordi con il Levante si sarebbe ottenuta solo nel 1816 grazie all’intermediazione dell’Inghilterra e dopo che la Casa sabauda – acquisite Genova e la Liguria – avrebbe finalmente avuto una flotta navale. Lo studio condotto in quegli anni costituisce una fonte preziosa per conoscere le ragioni che allora fecero sperare nella conclusione della pace e di quelle che ne suggerirono il rinvio. Si può anticipare che a segnare le sorti del progetto furono soprattutto i timori delle ripercussioni della pace sulla politica estera della Casa sabauda e la difficoltà di relazionarsi con soggetti di cui era dubbia – come nel caso delle reggenze del Nordafrica – la collocazione all’interno o all’esterno del perimetro del diritto delle genti.

Parole chiave: guerra di corsa, diritto delle genti, pirati barbareschi.


Preventing maritime threats through the negotiation of peace agreements with Algiers, Tunis, and Tripoli was an objective frequently pursued by the House of Savoy, drawn by the prospect of leveraging Sardinia’s strategic geographical position. However, it was only starting in 1777 that the matter underwent a detailed and systematic analysis, as evidenced by the extensive documentation preserved in the State Archives of Cagliari and Turin. The formalization of agreements with the Levant was achieved only in 1816, facilitated by British mediation and after the House of Savoy – having annexed Genoa and Liguria – secured a naval fleet. Nevertheless, the studies conducted during those years remain a valuable resource for understanding the reasons that nurtured hopes for peace, as well as those that prompted its postponement. From the outset, the fate of the project was shaped above all by concerns over the potential repercussions of peace on the House of Savoy’s foreign policy and by the difficulties of engaging with entities such as the North African regencies, whose standing within or outside the framework of international law remained uncertain.

Key words: corsair warfare, law of nations, barbary pirates.

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